lunedì 11 agosto 2014

Recensione de "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee

Voto 10/10 (ho cambiato il sistema di voto, perché quello in base 5 è piuttosto limitante)

Harper Lee oggi potrebbe sembrare una dolce vecchietta, ma è stata uno delle donne più influenti che il '900 abbia mai avuto e questo grazie all'unico libro che ha sentito il bisogno di scrivere: "Il buio oltre la siepe" (titolo originale "To Kill a Mockingbird", uccidere un usignolo) del 1960. Chiaramente autobiografico, il buio oltre la siepe è un capolavoro senza pari, nonché vincitore del premio Pulizer del 1960. Ve lo consigliamo non tanto perché è un capolavoro, ma perché può cambiarvi la vita.


NESSUNO SPOILER NELLA RECENSIONE

Titolo: "Il buio oltre la siepe"
Autore: Harper Lee
Anno di pubblicazione: 1960, sia per l'edizione italiana, sia per quella inglese (traduttrice Amalia D'Agostino Schanzer)
Prezzo: 8,50  euro (per l'edizione UEF) o 12 euro (per l'edizione grandi letture Feltrinelli, in verde al lato)---> questa si trova con più difficoltà
Amo quest'edizione perché è particolarmente curata nella grafica e il font è molto gradevole alla lettura. Elementi da non sottovalutare se può diventare il tuo libro preferito.

Trama:
Ambientato negli anni 30 del XX secolo, nell'Alabama segregazionista, questo romanzo vede protagonisti la piccola Scout Finch (che a 9 anni è già più sveglia di molti adulti che la circondano) e il fratello Jem, di pochi anni più grande. Jem sogna di poter diventare un giorno un grande avvocato come il padre Atticus.
Sebbene ossessionati dalla figura misteriosa di Boo Radley (il figlio del vicino di casa che nessuno dei due ha mai visto  ma che si racconta essere profondamente disturbato), i due bambini trascorrono una tranquilla esistenza ai confini della città di Maycomb. Orfani di madre, vengono allevati dalla domestica di colore Calpurnia.
Tra gli svariati (e spesso crudeli) tentativi infruttuosi di far uscire Boo dal suo isolamento domestico, i bambini, affiancati dal loro amico Dill, assistono sconcertati al repentino cambiamento della loro quotidianità. Atticus, infatti, da sempre fortemente antirazzista, viene assegnato alla difesa di Tom Robinson, un giovane di colore accusato di violenza carnale nei confronti di una ragazza bianca. La cittadina di Maycomb si schiererà fin dall'inizio contro Atticus Finch. Si assisterà all'intero processo contro Tom Robinson, alle arringhe degli avvocati e alle reazioni dei ragazzi, spettatori inconsapevoli di una realtà crudele e ingiusta...

Commenti:
Il libro è narrato in prima persona da Scout che, tra un evento e l'altro, aggiunge flashback e pensieri propri. Le vicende le appaiono spesso incomprensibili, abituata ad un ambiente egualitario come quello di casa Finch. E' proprio tramite il processo a Tom Robinson che Scout si rende conto, in un certo senso, di aver discriminato Boo Radley.
A differenza di Scout, Jem ha un forte senso di ciò che è giusto e ciò che non lo è. Appoggia apertamente le idee del padre e segue attivamente il processo. Il padre è il suo modello e non ne fa un segreto.
Atticus è un uomo tranquillo e riflessivo, nonché uno stimato avvocato. La sua figura è, con tutta probabilità, nata per emanazione stessa del padre di Harper Lee, anch'egli avvocato. Ma la Lee ha ammesso che suo padre era sostenitore di idee segregazioniste, a differenza di Atticus.
Harper Lee divenne avvocato (come Jem desiderava), ma si ritirò per un periodo per scrivere il libro sotto consiglio di Truman Capote. Fu proprio Capote (il famoso autore di "Colazione da Tiffany") a convincerla dell'importanza della sua infanzia. Crebbero nella stessa cittadina e furono amici per molto tempo. Truman Capote fu uno scrittore molto attivo ma non vinse mai il premio Pulizer (a differenza di Harper Lee), perciò, si racconta, che la loro amicizia venne meno per gelosia da parte del famoso giornalista. Comunque non c'è certezza su questo punto. Dietro la figura di Dill si nasconde proprio Truman Capote!
Una figura interessante, che rimane in parte oscura anche dopo la fine del romanzo, è quella di Boo Radley. Il titolo della versione italiana "il buio oltre la siepe" fa riferimento proprio a questa figura. Il buio oltre la siepe rappresenta l'incapacità di sconfinare oltre i propri orizzonti. A differenza di molti romanzi il cui titolo è stato tradotto, a mio avviso, questa volta è stata fatta una scelta azzeccatissima, migliore dell'originale.

Sembra sia il libro preferito di Obama, ma io ve lo consiglio a prescindere. Un capolavoro come pochi.

Nel 1962 venne tratto da questo romanzo il film omonimo, diretto da Robert Mulligan, che vinse ben 3 Oscar.




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